
A differenza di molti altri autori che ho tradotto, per Miller bisognava pagare i diritti d’autore. Non è stato facile individuare chi li detenesse, c’era un rimpallo da un’agenzia all’altra. Ho quindi deciso di provare a scrivere a Big Sur, a quella che un tempo era la residenza dello scrittore e che oggi è un museo e un centro culturale. Dopo poco tempo mi ha risposto Valentine, la figlia dello scrittore.
Mi ha dato
l’indicazione dell’Agenzia a cui avremmo dovuto rivolgerci. Confesso che non avevo fatto molto conto sul fatto che qualcuno mi rispondesse e che lo abbia fatto la figlia dello scrittore in persona mi ha commossa. Evviva l’America democratica! Vi immaginate da noi in Italia, ad esempio la figlia di Umberto Eco nell’atto di rispondere alla richiesta di una traduttrice sconosciuta? Naturalmente l’editore ha brontolato molto nel pagare i diritti, li trovava cari. Ha brontolato ancora di più quando il libro non ha raggiunto il livello di vendite che lui si aspettava.